Dadirri


SqualoVolpeMalapascua Dadirri è un antica parola degli aborigeni australiani. Praticamente intraducibile. Perché combina la quieta contemplazione e l’ascolto profondo della natura e del creato, la pace con sé stessi e con le altre creature. Nella piena coscienza della bellezza che ci circonda, in armonia con i ritmi della giornata, della natura. In sintonia con l’attimo.

Dadirri è tutto questo: difficile da spiegare, ma quando lo provi, capisci al volo.

Come è capitato a me, in immersione con questo squalo volpe nelle acque blu e cristalline della secca di Monad, a Malapascua, sperduta isola delle Filippine.


Fantasmi blu


Verdesca

Sono bellissimi. Squali blu, o verdesche.

Amo immergermi con loro.

Sembrano fantasmi blu.

In effetti, a pensarci bene, sono squali condannati ad essere fantasmi: l’uomo ne uccide dai 10 ai 20 milioni all’anno. Anche se la carne non è un granché e si tratta di una specie in pericolo d’estinzione.

Valli a capire i Sapiens, cara verdesca.


Scuse da apneista


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Le migliori scuse di apneisti ascoltate almeno una volta da me – e talvolta utilizzate da me.
  • Oggi la compensazione non va.
  • Non sono abbastanza rilassato.
  • Quel taglio d’acqua fredda mi blocca.
  • Sono poco allenato.
  • Sono troppo allenato.
  • La monopinna mi blocca la circolazione dei piedi, pinneggio male.
  • Il cavo è storto.
  • Ho qualcosa nei seni frontali.
  • Sento che mi arriva il mal di mare.
  • Questa muta è troppo leggera.
  • Questa muta è troppo pesante.
  • C’è un po’ troppa corrente.
  • Forse non ho digerito.
  • Tanto non volevo fare tuffi profondi oggi.
  • Ho un assetto troppo positivo.
  • Ho un assetto troppo negativo.
  • Ci sono le meduse.
  • La muta fa acqua.
  • Non mi fido a scendere senza lanyard.
  • Il lanyard mi intralcia mentre scendo.
  • Non sono segnate le profondità sul cavo.
  • Ho dormito troppo.
  • Ho dormito poco.
  • Non sento il mare.
  • Quei pesci mi innervosiscono.
  • C’è troppo blu.
  • L’acqua è troppo torbida.
  • Ho paura degli squali.
  • Quelli della barca mi mettono fretta.
  • La pala è troppo dura.
  • La pala non è abbastanza reattiva.
  • Questa maschera mi fa venire la nausea.
  • Quei coralli laggiù mi fanno paura.
  • Se non vedo il piattello, non riesco a scendere.
E’ benvenuto chi mi aiuta ad arricchire questa lista.

SwimTheIsland 2014 da sogno


Mare calmo, una bava di grecale a tenerlo piatto, acqua cristallina, temperatura mite: questa è stata SwimTheIsland 2014. Grande nuotatone in acque libere intorno all’isola di Bergeggi per il team di Stobenenelblu al completo, con una nuova indistruttibile adepta a rappresentare il gentil sesso.
Bellissimo il nuovo punto base della gara, sulla spiaggia di Spotorno, particolarmente fascinosa in questo inizio d’autunno (ah, il mare fuori stagione).
SwimTheIsland1
Io mi sono sparato la 6 km: sì, ho deciso che finché Matteo Testa (ndr: l’organizzatore) allunga le distanze della gara, beh allungo anche io. Vediamo chi si ferma prima. E quando deciderà che ne avrà abbastanza, passo alla combinata.
H2O ne ha passate davvero di tutti i colori (crampi dovuti a ernia del disco, esplosione degli occhialini, nuoto ad occhi chiusi per via delle lenti a contatto, ecc), ma ha comunque chiuso la gara. Perché ciò non accadesse sarebbe stato necessario come minimo lanciargli un arpione nella schiena. Perché il mio socio è inox.
E poi c’era anche quell’eroico nuotatore che ha disputato la combinata (1,8 km + 6 km = 7,8 km, a tracciare traiettorie perfette, cosa di cui dubito) interamente a delfino – guardate la foto… Un personaggio da Iliade per una giornata mitica.
SwimTheIsland2
Noi comunque siamo eccitati come scimmiette di mare e quindi stiamo pensando di “fare gruppo” e organizzare qualche traversata in Liguria (tipo: Imperia – Santo Stefano, cose così), per goderci il nuoto in acque libere e allenarci un po’.
E se qualcuno si vuole unire a noi, faccia un fischio e ci contatti su questio blog – magari non scriviamo molto, ma i commenti li leggiamo…
Se cercate la classifica di SwimTheIsland 2014, eccola.

Vorrei essere quella megattera


Megattera

In fondo, noi che amiamo il mare non siamo forse balene anomale finite fuori rotta?


WorldWaterDay 2014: l’acqua come piace a me


L’acqua: mi piace proprio pensarla così.

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Oggi è la giornata mondiale dell’acqua 2014. Stiamo attenti, ricordiamo quanto è preziosa, trattiamo bene i nostri oceani e i suoi abitanti.


Zuppa di pesce a Shark e Yolanda


Branchi di pesci pipistrello (platax) che svolazzano nel blu, inquietanti pesci azzannatori che pattugliano i ripidi muri del reef. E muraglie di barracuda. Banchi compatti di enormi barracuda, che superano il metro nuotano sospesi nel blu di cristallo. La densità dei barracuda è inimmaginabile; per questo metto una foto…

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Queste muraglie viventi di pesce, una vera e propria zuppa pelagica, sono la cosa che mi ha sempre colpito dei due reef gemelli di Shark and Yolanda. Due secche collocate sulla punta del promontorio di Ras Mohammed, protese verso il centro del Mar Rosso, sull’orlo di una drammatica caduta che precipita in un abisso profondo 800 metri. Non c’è da stupirsi che la vita sottomarina qui non manchi. E’ un luogo bellissimo, che non mi ha mai deluso.


“Pizzini” maldiviani


Il due alberi da crociera è pigramente ormeggiato nelle calme acque della laguna, da qualche parte nell’atollo di Felidhoo. Il venticello caldo carico di salsedine è piacevole. Mai quanto il tonno crudo condito con olio e lime che ho in bocca. Un malcapitato tonnetto pescato dall’equipaggio della barca poche ore fa, mentre noi  subacquei eravamo in immersione nella pass di Fotteyo, e loro attendevano la nostra riemersione ingannando l’attesa con la pesca.

Fotteyo. Fugace, nella mia mente si riforma l’immagine dei grandi squali grigi che nuotano indolenti nella corrente; sullo sfondo, la formazione di 25-30 aquile di mare che incede regalmente nel blu, in formazione perfetta. Io, ancorato a un blocco madreporico per non essere trascinato via dalla forte corrente, che assorbo immagini mentali (e azoto).

Il tonno crudo è delizioso.

Squali_grigi_Maldive


La rivista Sub ha pubblicato un nostro articolo sugli squali delle Azzorre!


PicSUBdicembre

Ci eravamo dimenticati di dirvelo: la rivista “Sub”, importante testata di settore, lo scorso dicembre ha pubblicato un nostro articolo! E’ un vero onore, per noi.

L’articolo parla di Azzorre e di incontri con gli squali blu, cioè le nostre amate verdesche, sul Banco Do Condor, al largo delle isole di Pico e Faial.

Ecco il link all’articolo apparso su SUB di Dicembre: buona lettura!


Che bella pelle hai, squalo volpe


Daedalus Reef è lì, piantato nel bel mezzo del Mar Rosso egiziano, con il suo celebre faro, un po’ surreale come il lungo pontile che consente di raggiungerlo dal mare, superando i coralli.

Ma non è il faro il motivo principale per cui ci siamo spinti fin qui in crociera subacquea: lungo le ripide pareti di Daedalus Reef si infrangono forti correnti ricche di nutrienti e la vita sottomarina, di conseguenza, è ricchissima. Immergendosi in questo posto si può incontrare di tutto. In particolare, è uno dei pochi siti subacquei al mondo dove si hanno discrete probabilità di incontrare lo sfuggente squalo volpe. Un animale d’alto mare, che ama il blu e la profondità.

Il raro squalo volpe… è lui, e solo lui, che ho in mente, mentre mi preparo per l’immersione con Alfonso e consorti.

Vestizione, passaggio sul gommoncino, micro-traversata un po’ rocambolesca tra onde e spruzzi (come quasi sempre) e poi, finalmente, GO GO GUYS! Si va in acqua. Rapida discesa, giù veloci. Ci siamo tutti? OK, si inizia ad esplorare il reef, rimanendo intorno ai -25 metri. A rischio di perdermi le bellezze di qualche corallo molle, io, più che al reef, bado al blu dalla parte opposta: è da lì, dalla caduta esterna, che può arrivare quanto di più interessante possono riservare queste acque.

Bam! Lo vedo! E’ lui: una sagoma snella e sinuosa, 15-20 metri sotto di me. Rapido cenno d’intesa con gli altri: in un attimo svuoto i polmoni e sprofondo per raggiungere la quota dello squalo (e chi ha il Nitrox…aloha! Non ci può venire…ecco perché io non lo uso mai).

Ci gira intorno, lo squalo volpe, e sua la pelle è blu cobalto, sericea, con riflessi metallici. Io non ho mai visto una pelle così sottile e dall’apparenza setosa. In una parola: bellissima.

La lunga coda dello squalo volpe si muove morbida, flessuosa (e adesso quelle storie di pescatori decapitati dalla sua coda mi paiono più che mai assurde). Sto immobile e cerco di respirare il meno possibile per non infastidire lo squalo: si sa, è un timido. Come la maggior parte dei suoi simili, ci studia un po’, scivolando nel blu intorno a noi, poi, dopo qualche minuto, decide di andare. E così s’allontana: una sagoma scura che veleggia lontano nella corrente.

Sparito. Un sogno blu.

Squalo_Volpe