Swim The Island 2013: pronti?


Pronti per la gara di domani a Bergeggi? La terza edizione di Swim The Island.

Le premesse sono così così: il ciclone Penelope imperversa, le previsioni danno maltempo con mare mosso, onda fino a 95-100 cm…

Preoccupati? Che fare? Si va! Molte onde, molto onore.

Mi permetto di dare qualche consiglio ai tapascioni come me su come comportarsi ed alimentarsi prima della gara, dettato da un minimo d’esperienza (il mio track record? qualche Ironman, gare di nuoto in acque libere, un po’ di skyrunning, molte maratone):

  • fate una buona colazione, almeno 3-4 ore prima della gara, ricca e bilanciata, ma non eccessiva (ad esempio: caffé, yogurt, pane e marmellata/miele, magari un frutto non troppo acido; oppure un piatto di pasta in bianco, giusto con un po’ d’olio);
  • mantenetevi idratati;
  • state caldi (tuta, cappellino);
  • un’ora prima della gara assumete carboidrati facilmente assimilabili (tipo i gel di maltodestrine, meglio se con un po’ di caffeina, oppure barrette a base di carboidrati, con pochissimi grassi, che rallentano la digestione);
  • se non siete lì per giocarvi la vittoria, ma per vivere una giornata di sport, lasciate perdere il riscaldamento in acqua; fatelo invece a secco, seguito da un po’ di stretching;
  • usate la muta (se la possedete, ovvio);
  • se non siete superveloci, evitate le prime file in partenza, così vi risparmierete stress nei primi 500-600 metri (la “tonnara”) con la gente che tenta di passarvi sopra;
  • partite con una certa calma (specie se fate le distanze lunghe), in questo modo alzate lentamente le pulsazioni e in pratica vi scaldate in gara;
  • guardate dove andate, non vi fidate troppo degli altri, che spesso hanno pessime traiettorie (va bene la scia, ma fino a un certo punto…), prendete mire e riferimenti e usateli mentre nuotate – tenere una buona rotta vi farà risparmiare centinaia di metri di nuoto in più;
  • se il mare è mosso, guardate i riferimenti mentre siete sulla cresta dell’onda, non nell’incavo;
  • risparmiate energie nella prima metà della gara e, se ne avete ancora, spingete nella seconda metà della gara.

E in bocca a Nettuno!

SwimTheIsland2013


Lo spirito di Bergeggi


Alla partenza un signore anziano alto, quasi quanto me, e magro, ha attirato la mia attenzione.

Aveva scarpe da barca lise ed  un paio di bermuda azzurri . Un k-way ed un cappellino da pescatore a proteggergli la testa dalla sottile pioggerellina che cadeva.

Mi sono detto “cosa ci fa quest’uomo in mezzo a quello che di li a poco si trasformerà in una tonnara.. rischia la vita!”

Ma lui, calmo, era leggermente ricurvo, non solo per l’età: come se reggesse qualcosa. Osservando meglio ho visto che teneva un accappatoio sulle spalle di qualcuno. Probabilmente la moglie, anche lei quasi ottantenne, con cuffietta di Swim The Island numerata e chip alla caviglia.

Alla partenza la vecchietta si è scrollata di dosso l’accappatoio, lasciandolo nelle mani del signore, e si è gettata in acqua con tutto l’impeto che l’età le concedeva.

Nella confusione post-gara non ho più rivisto nessuno dei due.

(…Sì, ma pensiamo stiano bene – Nota di Rockzen – se no i lettori si preoccupano…) 


Nuoto in acque libere, apnea…bello ma cosa mangio prima?


Domande frequente tra amici e conoscenti: cosa mangio prima di una gara come Swim The Island o di una sessione seria di tuffi in apnea? che tipo di colazione posso fare? e se poi viaggio tre ore e mi viene fame proprio prima della gara?

Non essendo un nutrizionista, provo a rispondere ai quesiti proprio come farei con un amico, semplicemente sulla base della mia esperienza di triathleta (un sacco di anni e vari Ironman sul groppone), di maratoneta e di apneista “tecnico”, che si è sempre documentato e ha scambiato esperienze con altri atleti “mediani a vita” come me. Non cercate le finezze: qui si guarda all’elefante e non alla mosca che ronza intorno al suo testone.

Vi dico quindi come mi comporto io, vediamo se vi può servire a qualcosa. Quanto sto per dire va bene sia per il nuotatore d’acque libere che deve affrontare una gara o un lungo allenamento, sia per l’apneista che fronteggia una gara o una sessione impegnativa d’allenamento profondo in mare o lago.

Sera prima

L’idea è di accumulare energia. Quindi carboidrati: pasta, o riso. Va bene anche la pizza se la digerite bene. Condimento semplice: evitate intingoli troppo complicati. Mangiate anche un po’ di verdura e/o frutta se vi va. Ci sta anche un dolcino casalingo, tipo una fetta di crostata alla marmellata. Il tutto senza eccedere, in quantità normale. Pensate che prima di un Ironman anni fa vidi (giuro, non lo dimenticerò mai, anche perché era un mio compagno di squadra…) un triathleta mangiare tre piatti di pasta, due bistecche, patate al forno, pane, insalata, dolci vari: il giorno della gara era un chiodo totale. Voi evitate gli eccessi: normalità è la parola d’ordine.

Bevete acqua, ma anche qui senza esagerare. Dovete arrivare idratati ad un appuntamento sportivo, d’accordo, ma è inutile bere tutto la sera prima… servirà solo ad andare in bagno 300 volte di notte e quindi dormire malissimo. Evitate senz’altro il limoncello o il mirto anche se sono buoni. Ma se siete abituati a bere un bicchiere di birra o di vino rosso a cena, potete berlo e non avrete problemi. Qualche anno fa ho assistito alla cena del grande Carlos Coste prima del suo tentativo riuscito di record mondiale di apnea profonda in assetto variabile: si è tranquillamente bevuto un quartino di rosso.

Colazione

Se possibile andrebbe fatta 2h-2h30’ prima della gara (ma non sempre è possibile, per motivi di viaggio). Io mangio pane tostato con marmellata o miele, un frutto (mela o pera o pesca), oppure un succo di frutta (tipo pesca, pera, albicocca, per me facilmente digeribili), uno yogurt da 125 gr. (per avere un po’ di proteine facilmente digeribili). Va bene bere un caffè o del tè (se siete un’apneista, lasciate perdere, vi darà tensione e non aiuterà ad andare profondi). Evitate la spremuta di agrumi, che provoca acidità di stomaco (bevetela gli altri giorni). La colazione deve essere nutriente ma leggera: insomma non abbuffatevi.

Prima della gara/uscita in mare

Innanzitutto mantenetevi idratati bevendo regolarmente: diciamo che ½ litro o poco più nella mattinata intera dovrebbero bastare. Se dalla colazione alla gara passano più di 4 ore, un paio d’ore prima della gara mangiatevi una pezzo di focaccia, un piccolo panino con un po’ di marmellata, oppure una manciata di biscotti secchi.

Mezz’oretta prima della gara, o dell’uscita in mare, sparatevi un gel liquido a base di carboidrati/maltodestrine (se andata da Decathlon ne trovate a bizzeffe, di varie marche), bevendo almeno un bicchiere d’acqua subito dopo, altrimenti okkio che il gel vi disidrata.

Provate gente. Poi mi direte se con voi funziona.


Bergeggi, Swim The Island 2012: una certezza, una riconferma


E alla fine ci siamo trovati lì, il 22 settembre, sulla spiaggia di ciotoli e ghiaia di Bergeggi, a poca distanza da Savona, pronti a nuotare di nuovo intorno all’isola omonima, per quella che si avvia a diventare una gara classica di nuoto in acque libere.

Ormai abbiamo deciso, il mio socio Aqua2 ed io, che questa Swim The Island la faremo tutti gli anni. A meno che non ci sparino nella schiena.

Sì, perché è stato proprio bello.

Il tempo era strano, stregato: l’aria era carica di burrasca e pioggia, il mare inquieto, con l’onda in crescita proprio durante lo svolgimento della gara (per poi calmarsi poco dopo – come da legge di Murphy). Ma diciamolo: nuotare con l’onda è nuotare nel mare vero e, chi legge questo blog da un po’, sa che nel mare vero noi di StoBeneNelBlu ci sguazziamo. Guardate la foto dell’arrivo di alcuni nuotatori e capirete a cosa mi riferisco quando dico che era mare vero…

L’organizzazione della gara, già ottima lo scorso anno, è stata ancora più fluida quest’anno, con un’attenta gestione della consegna dei pacchi gara.

Quindi siamo partiti in perfetto orario: alle 12 e 20 via! con la classica “tonnara” di nuotatori che non vedono l’ora di partire e si accavallano l’uno sull’altro nei primi metri, per poi sfilacciarsi e frammentarsi in piccoli gruppi.

L’acqua era scura, ma limpida, quasi da Oceano Atlantico centrale. L’onda formata sbatteva contro i nuotatori e nascondeva le boe di segnalazione del percorso, rendendo non proprio banale la navigazione. Io ho nuotato in scioltezza, con un orecchio sigillato da un tappo per un’otite purulenta (sic), pieno di antibiotici fino al midollo. Quindi sono contento del mio 56’ fatto in queste condizioni fisiche disastrate. Avevano provato (saggiamente) a dissuadermi quasi tutti: moglie, madre, socia, colleghi, otorino – ma non Aqua2O e nemmeno, onore al merito, mio figlio di dieci anni (“Papà, se ci tieni, vai” – buon sangue non mente). Io, testa dura di orango acquatico, ci tenevo troppo ad essere in acqua. E comunque alla fine sono qua, alive & kicking. Quindi forse avevo ragione io…

La gara lunga, 3500 m. abbondanti  (perché a meno di non avere un GPS impiantato nel cranio è impossibile tenere una rotta perfetta, sicché qualche metro in più si fa)  per me è passata in un attimo: mi sono goduto l’acqua, il panorama subacqueo, il nuoto in sé. Stessa cosa mi ha detto Aqua2O. Che, va proprio sottolineato, con due gemelli piccolini in famiglia, sta dormendo da mesi 2-3 ore per notte: eppure stamattina è balzato in piedi alle 6 e 30 per fare questa gara. (Beh, a dire il vero lo avevano già svegliato i due salsicciotti…)

Effettuare il periplo dell’isola di Bergeggi è magnifico: solo questo vale la partecipazione a Swim The Island.

L’assistenza ai nuotatori è stata perfetta: tanto i primi quanto gli ultimi hanno avuto sempre nei dintorni canoe, imbarcazioni e tavole da surf con assistenti pronti ad aiutare in caso di bisogno. Anche solo indicando la via a chi si allontanava troppo dalla traiettoria ideale.

Il momento emblematico di questo evento? Trovarsi noi due a fine gara, asciutti ma con il sale addosso, un po’ stanchi, seduti sui ciotoli di fronte al mare, con in mano un piatto di pasta offerto dal ristoro e un bicchiere di vino, a goderci la ricca semplicità del momento.

PS: chi non avesse ancora trovato le classifiche (sia della gara da 3500 m. che di quella da 1700 m.), può consultarle qui  subito e da martedì 25/9 sul sito ufficiale della gara.  E per chi volesse fare un confronto con l’edizione dell’anno scorso, queste sono le classifiche 2011.


Swim The Island 2012: nuota nel blu con noi


Liberate lo spirito selvaggio, si va in acqua!

Se vi piace nuotare, allora non fate le chiaviche e il 22 settembre mattina presentatevi ai Bagni Stella Maris di Bergeggi (Sv) per una bella nuotata in acque libere: Swim the Island 2012. Ce n’è per tutti i gusti, dalla gara mini di 400 metri, a quella media di 1700 metri, a quella lunga, di 3500 metri.

E’ un evento unico nel suo genere, si nuota nell’Area Marina Protetta di Bergeggi, in provincia di Savona: paesaggisticamente è uno spettacolo. Molti runners da anni viaggiano in terre lontane per correre delle 10 Km o delle maratone: e allora perché non fare un salto a Bergeggi per una gara di nuoto in acque libere?

L’anno scorso è stato bellissimo – leggete qui – con una memorabile organizzazione di Bewater.

Noi due, Aqua2O e RockZen, quest’anno avevamo seri dubbi circa la nostra partecipazione. Giusto per capirsi, Aqua2O ha due gemelli di 7 mesi: non occorre un dottorato in medicina per trarre le logiche conseguenze sulla sua carenza cronica di sonno (e tempo per allenarsi) e il suo attuale stato di allenamento. Quanto a me, io sono un apneista massacrato in agosto da un barotrauma ad un orecchio (procuratomi in perfetto stile da idiota), che mi ha costretto a prendere una tonnellata di medicinali: ho più cortisone nel sangue che globuli rossi.

Ma poi ci siamo guardati negli occhi, il mio compare e io, e ci siamo domandati a vicenda: possiamo noi mancare? manco morti! …ormai Swim the Island è nella nostra agenda perenne. E anche nel cuore.

Dunque ci vedremo alla partenza, se vorrete farvi il regalo di venire. Alla peggio arriveremo tutti strisciando sul fondo come oloturie. Ma arriveremo.

Questi i riferimenti per iscrivervi e per la logistica.

Forza gente, avete nuotato abbastanza in piscina, siamo fatti per nuotare in acque aperte, perciò non fate gli smidollati, e venite: ci vediamo il 22 settembre a Bergeggi.

Mare, nuoto, mare, nuoto, mare…


Swim The Island – Bergeggi a nuoto


Sabato 8 ottobre 2011 Aqua2O e RockZen, alias Alfonso Maglio e Raffaele Zenti, vispe famiglie al seguito, si sono lanciati in questa gara di nuoto in acque libere, 3.5 km dalla spiagga di Bergeggi fino all’isola omonima (Area marina protetta) e ritorno. Spirito agonistico quasi nullo per entrambi gli autori di questo blog: più che altro la voglia di spararsi un nuotatone in mare, in un ambiente naturale molto bello. E così è stato.

Il meteo ha dato una grossa mano: mare calmo, aria ottobrina frizzante e limpida, un bel sole. Il tempo di espletare le formalità (ritiro pacco gara, punzonatura, numero scritto sulla pelle con il pennarellone, briefing – per me un caldo ricordo di quando ero un triathleta abbastanza serio) e ci siamo trovati alla partenza: poco meno di duecento nuotatori sul bagnasciuga, tutti abbastanza rilassati. E via!

Visto lo scarso allenamento specifico (ehhhh sono un apneista…) ho cercato una nuotata sciolta e aerobica, impostata sullo scivolamento – l’unica strategia a mia disposizione per arrivare in fondo alla gara. Nuotavo e guardavo il fondale, rimasto in vista per la maggior parte del tempo grazie alla limpidezza dell’acqua: e così ho visto saragoni, cefali, piccoli barracuda, anche qualche riccioletta. Girare intorno all’isola di Bergeggi, con i suoi paretoni a strapiombo nell’acqua blu, è stato emozionante. E sapere che nessun natante mi avrebbe affettato con le eliche è stato confortante.

Non ho cercato la scia di nessuno e per la maggior parte del tempo ho nuotato per i fatti miei, gustandomi il contatto fisico con il mare. Salvo accorgermi, a 500 metri dal traguardo, che avevo un drappello di nuotatori in scia. E lì mi si è riaccesa la scintilla dell’agonismo – tanto ero praticamente arrivato, ormai era fatta – è “scattata l’ignoranza” e ho cercato l’allungo. Un chiodo, in verità. Ma evidentemente gli altri del gruppetto erano messi anche peggio, quindi alla fine sono uscito prima di loro…

Poco dopo è arrivato Aqua2O, scimmiatissimo per il riscontro cronometrico, la nuotata, il paesaggio, tutto. E poco dopo è arrivato il momento-cinghialata dei rifornimenti post-gara, ricchi e ruspanti: polenta e salsiccia, risotto con la luganega, pasta con la salsiccia, panini imbottiti, parmigiano, tè, vino, tutto quello che serve per un sano cazzeggio con amici e famiglia. Un bel post-gara insomma. Una giornata spensierata di inizio autunno. Che dire? Mi sono divertito, io l’anno prossimo ci torno. Il mio socio Aqua2O pure. E lo consigliamo caldamente a tutti quelli a cui piace nuotare (c’è anche la nuotata più corta, 1.7 km, alla portata della maggior parte di coloro che nuotano regolarmente in piscina): uscite dalle piscine, andate in mare, sarà bello.

Questo il sito degli organizzatori.


Black Magic: l’incantesimo del gatto Maori


Sono ancora a letto, ma sveglio da un pezzo, decido di alzarmi. Con un balzo Macchia mi segue e con un altro è già di fianco al rubinetto in attesa che io glielo apra per la sua bevuta mattutina. Scatoletta per il felino, che viene divorata in un attimo e caffè per me. Il profumo del caffè nella quiete del mattino è un tonico per i pensieri. Avide, le mie molecole olfattive collegate al cervello, ne catturano ogni minimo effluvio. Lo bevo e mi preparo. Indosso il costume degli All Blacks, occhialini al collo; uno sguardo in camera da letto dove mia moglie sta ancora dormendo e ritorno in cucina, apro il balcone salgo sulla ringhiera e mi tuffo.

L’aria è calda, un po’ umida e pregusto già il refrigerio dell’ingresso in acqua quando vedo un ammasso di peli bianchi e neri che sghignazzando mi sorpassa ed arriva in acqua prima di me. Mi seguirebbe ovunque quel gattaccio! Entro in acqua e faccio il morto per un po’, mi rilasso. Il cielo è blu e le nuvole di un bianco candido, socchiudo gli occhi ed un gruppetto di rondini ci accarezza con le proprie ombre. Macchia? è anche lui sul dorso, nuota con la coda come un rettile….mah! Dopo poco è già ora di andare. Con tre balzi di sponda tra i davanzali guadagna agilmente il nostro balcone e mi guarda soddisfatto per la bravata appena fatta, mi strizza l’occhio e ruggendo di gioia si mette comodo a godersi il primo sole mattutino.

Io ruoto di 180 gradi ed inizio a nuotare a stile libero. Ad andatura blanda mi immetto in via Ampere incrociando un bagnino, svolto in via Pacini e mi ritrovo in Piazza Piola, che spettacolo! Le punte dei rami più alti sfiorano l’acqua sorretti dai loro tronchi visibili solo per un terzo della loro altezza, non resisto e nuoto a dorso attraverso l’aiuola. Una famigliola di scoiattoli intenta a giocare si blocca al mio passaggio fissandomi, una passerotta mi ignora continuando a covare, lo stesso fa un bellissimo Ginko Biloba. I Ginko esistevano già al tempo dei dinosauri. Mi riporto in posizione prona, aumento l’andatura e mi dirigo in Piazza Argentina dove ho appuntamento con Raf.

“Hanno fatto proprio le cose in grande, pensavo: inaugurare le piste nuotabili con una Stranuotiamo ed allagare le strade di Milano lasciando esondare tutti i Navigli è stata proprio una bella idea!”

Raf è già li che mi aspetta, ci salutiamo e ci avviamo verso il punto di ritrovo. Nuotiamo io a sinistra respirando a destra e lui fa il contrario in questo modo riusciamo anche a fare 4 chiacchiere. Soliti discorsi: balene e squali in giro per il mondo. Raggiungiamo Porta Venezia, passiamo sotto un ponticello per la punzonatura dove un energumeno con un cappello da pirata agganciandoci le ascelle ci tira fuori dall’acqua di peso e due splendide bagnine ci scrivono i numeri sulle braccia con un pennarello poi ci lascia cadere in acqua ed aspettiamo. La scena è d’impatto: musica a palla, ragazze in bikini che ballano su pedane a pelo d’acqua, ragazzotti modello Abercrombie che si dimenano, gli acquascooter dei lifeguards che girano in cerchio e fanno lo slalom tra le volte del porticato di Corso Vittorio Emanuele, persino la statua della madonnina sembra pensare “finalmente qualcuno che se la gode!”… ed è in queste circostanze che ti senti invincibile come se potessi attraversare il Pacifico a nuoto fermandoti al Kingkameha Bar (il bar Hawaiiano di magnum P.I.) per un drink, come niente. Ma il giudice di gara ci riporta presto alla realtà, dalla barca appoggio ripete al megafono le ultime raccomandazioni sul percorso di gara e poi spara in aria dando il via. Calci, manate, schizzi, l’acqua ribolle, poi il gruppo si allunga, ciascuno trova il ritmo e l’acqua riguadagna la propria quiete.

Il percorso si dipana tra le vie più belle del centro: Via dei Mercanti, Piazzale Cordusio, Via Broletto, poi a destra in via Brera e Dell’Orso: tutti affacciati alle finestre a tifare.

Il tempo ed i Km passano, la fatica inizia a fare capolino ma le sbattiamo la porta in faccia.

Siamo ormai a metà percorso, cambiamo passo e superiamo di slancio Piazza della Repubblica. Qualcuno si ferma e si aggrappa ad un palo, qualcun altro stremato si dirige verso il traguardo con la ciambella, i più sono in ottime condizioni. Manca poco, gli ultimi due Km, dobbiamo dare fondo alle ultime energie. La frequenza delle bracciate aumenta vorticosamente, le braccia fendono l’aria provocando in un sibilo da Samurai, le gambe ormai invisibili nel turbinio d’acqua ribollente sono in cavitazione, il busto si solleva leggermente lasciando affondare le gambe,  in un attimo tutto il corpo è di nuovo in posizione orizzontale, rimbalza sull’acqua e ….ci siamo: stiamo planando. Rimbalziamo sull’acqua come due sassi piatti lanciati sul Mare da un bambino sulla riva. E’ un’andatura velocissima, ma anche pericolosa perché richiede un’acqua perfettamente piatta, una minima increspatura può provocare un disastro…..ed infatti svoltando a destra dopo aver nuotato via Vittorio veneto a tutta callara arrivano i guai. La convergenza in quel punto delle correnti di Corso Buenos Aires e della strada del Diana, unite al vento contrario proveniente da Corso Europa creano un pericoloso ribollire d’acqua poco compatibile con il nostro stile di nuoto in quel momento. Raf appena tocca di nuovo l’acqua si ribalta 3 volte prima di stabilizzarsi e continuare a nuotare a tutta birra per cercare di vincere gli elementi, io andando più piano mi ribalto una sola volta e sfioro pericolosamente un palo della luce, annaspo un po’ e riprendo a nuotare: vado piano ma non mi fermo mai io. Il traguardo è sempre più vicino e di colpo alle nostre spalle.

Gara finita. Ci siamo divertiti e dopo esserci riposati un po’ iniziamo a nuotare verso casa ridendo sul pericolo scampato (anche dagli altri, perché non l’ho detto ma c’era gente aggrappata ad alberi e semafori in attesa dei soccorsi..tutti squalificati ovviamente). Sulla via del ritorno incrociamo un bar e in un istante siamo già al banco con un Negroni in mano, parliamo, ridiamo, c’è tanta gente, altri nuotatori, l’alcool mi fa girare la testa, è il King Kameha, no non siamo alle Hawaii…anzi mi fa proprio male…inizio a sentire dei rumori, anzi un rumore ben chiaro, sembra quello di una sveglia: lo è.

Mi sveglio di colpo e sono seduto in mezzo al letto. Sono le 6,30 mi alzo ed inizio a preparare lo zaino per l’allenamento mattutino di nuoto, “che bel sogno” . Cerco ma non trovo nulla, intanto Macchia è già accanto al rubinetto, lo raggiungo e lo accarezzo, ma è bagnato fradicio, che strano. Continuo a non trovare il mio costume degli All Blacks , mi tolgo la t-shirt, mi guardo allo specchio ed incredulo vedo che ce l’ho già addosso. Macchia mi guarda cercando il mio sguardo nello specchio, sembra sorridermi. Mi strizza l’occhio, emette un assordante ruggito di gioia ed ancora grondante d’acqua con l’aspetto sornione di chi si gode una bravata fatta si incammina verso il balcone a godersi il primo sole del mattino. Io rimango impietrito con le orecchie ancora sibilanti, immagino già mia moglie che schizza dal letto dalla paura per il boato, invece nulla. Continua placida dormire, non ha sentito nulla, possibile? Corro alla finestra mi affaccio ed è tutto normale, Randy sposta i bidoni della plastica, Greta annuncia a tutti il nuovo giorno abbaiando, io mi calmo e mi avvio in piscina camminando, con una strana sensazione di stanchezza, come se avessi appena finito di nuotare.